Lunga Vita a Carlo Budel Lunga Vita a Carlo Budel

Lunga Vita a Carlo!

Carlo Budel - il rifugista di Capanna Punta Penia - 3.343m Marmolada
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Il giorno dell’equinozio autunnale, ultimo giorno utile prima della chiusura del rifugio Capanna Punta Penia, siamo saliti sulla cima della Marmolada a 3.343m per andare a trovare Carlo Budel in quello che è ormai diventato un appuntamento annuale!

Lo avremmo voluto fare molto prima, come ogni anno, quando le condizioni del ghiacciaio sono ancora accettabili. Poi tra una cosa e l’altra siamo arrivati a luglio e a dire il vero, saremmo voluti salire proprio quella famosa domenica del 3 luglio in cui è avvenuto il drammatico distacco della calotta di ghiaccio da sotto Punta Rocca. Molto probabilmente saremmo partiti tardi per arrivare verso fine pomeriggio in cima, passando dalla ferrata cresta ovest per poi scendere dalla normale sul ghiacciaio il giorno dopo. Fortunatamente casini di vario genere ed iscrizioni scolastiche dei figli non ci hanno permesso di salire in Marmolada ed eccoci, fortunatamente, ancora qua a scrivere minchiate sul nostro blog!

Francesco Pistollato durante la salita della ferrata Cresta OvestFrancesco Pistollato durante la salita della ferrata Cresta Ovest
la Forcella Marmolada al momento raggiungibile solamente dal Rifugio Contrinla Forcella Marmolada al momento raggiungibile solamente dal Rifugio Contrin

In occasione di quella imprevedibile tragedia tutti hanno scritto e parlato di ghiaccio, di cambiamento climatico, di alpinismo ma qualcuno si è spinto più in là. Qualcuno è arrivato ad accusare le Guide Alpine di non aver saputo valutare il pericolo incombente e Carlo Budel, il rifugista della Capanna Punta Penia, di non aver dato l’allarme o di averlo dato troppo tardi o di aver contribuito, con la sua notorietà, alla tragedia.

Affermazioni velenose che in un clima di totale prostrazione e cordoglio non sono state prese con le dovute attenzioni preferendo sorvolare su queste calunnie.

Resta di fatto che questa tragedia ha segnato profondamente tutti coloro che hanno partecipato in modo diretto ed indiretto all’evento e sicuramente le chiusure che ne sono seguite hanno influito anche economicamente su molte di queste persone.

Poi però la ferrata della cresta ovest, che non attraversa nessuna area critica (sebbene la criticità sia un concetto estremamente labile in alta montagna), è stata modificata grazie ad una ventina di metri di cavo di acciaio e qualche ulteriore staffa ed infine dichiarata sicura. A quel punto Carlo è potuto tornare in cima alla Marmolada a 3.343m e riaprire la "sua" capanna.


Piccolo aneddoto polemico: durante la salita (una pompierata di 6 ore che da Alba di Canazei porta alla cima con un dislivello di 2.000m di cui 500 di ferrata) poco prima della forcella Marmolada il sentiero attraversa il ghiaione portandosi sotto la parete del Gran Vernel che scaricava, a causa delle temperature, dei bei pezzoni di ghiaccio proprio sul sentiero. Il casco, indossato prontamente, ci avrebbe difficilmente protetto da quei proiettili di ghiaccio. Eppure il sentiero era aperto. E se fosse successo qualcosa? Il Sindaco sarebbe stato ritenuto responsabile? Probabilmente sì anche se l’ambiente montano non può e non potrà mai essere considerato privo di pericoli ed esente da rischi a meno di non precluderne completamente l’accesso! Fine della polemica!

Bene, dicevamo che …. visto che la capanna aveva riaperto dopo 40 giorni di chiusura a causa di un’ordinanza comunale che impediva di salire a Punta Penia per la sicura ferrata della cresta ovest (il ghiacciaio era stato dichiarato off limits come anche tutta l’area del lago) avevamo deciso di andare a fare un salto su per fare un po’ di festa. Solita bottiglia di “graspa” nello zaino e berretto in omaggio come da tradizione!

Accolti come sempre alla grande da Carlo, abbiamo passato una serata splendida, mangiando benissimo con altri ragazzi e ragazze arrivati poco dopo di noi. C’era anche qualche cecoslovacco che in barba ai divieti arrivava dal lato del ghiacciaio senza neanche fermarsi in rifugio … insomma, tutto perfetto o quasi.

Per chi non lo sapesse Carlo è estremamente attivo sui social e aveva postato delle storie in cui si vedeva che gli regalavamo un berretto. Da qui è nata una polemica non indifferente perché dovete sapere che tra chi segue la nostra pagina ed il mio profilo personale ci sono molte persone a cui Carlo Budel non va a genio … ed ecco il senso del mio post: “cosa ha fatto Carlo Budel per starvi sulle palle?” Perché Carlo non piace alla comunità degli amanti della montagna?

Carlo Budel si riposa sulla terrazza di Capanna Punta PeniaCarlo Budel si riposa sulla terrazza di Capanna Punta Penia
la toilette a picco sulla parete Sudla toilette a picco sulla parete Sud

Parlo ovviamente della Comunità con la “c” maiuscola che ama la Montagna con la “m” maiuscola! Beh si per capirci quella comunità, un po’ elitaria, che condivide quelle idee noiosissime del tipo che la montagna è disciplina ed austerità, privazionie sofferenza, autocontrollo e coraggio, sfida e limite. Insomma quel trito ottocentesco che si trova in molti blog di montagna ed è car alla letteratura cntemporanea lomardo veneta, roba un po’ patriarcale che ammicca ad un pensiero romantico di destra e che personalmente a me non ha mai affascinato più di tanto … ma son gusti.

Ecco, è a quella Comunità con la “c” maiuscola, generalmente situata tra Lombardia, Trentino e Veneto, che Carlo Budel non piace. Probabilmente non gli piace perchè ritiene che non faccia parte di quella Comunità e che con la Montagna, sempre con la “m” maiuscola, non c’entri nulla.

Cosa ci fa un operaio nel punto più alto delle Dolomiti? Come fa a gestire un rifugio così difficile una persona così inesperta appassionata di macchine da corsa? Una persona che non fa l’8b, che non ha aperto vie di roccia e non è un provetto sci alpinista, che non è nemmeno del soccorso alpino e che forse … prima di andare a finire lassù per sfuggire ai suoi demoni, non aveva mai messo un paio di ramponi!

la luce dell'alba che illumina il Rifugio Capanna Punta Peniala luce dell'alba che illumina il Rifugio Capanna Punta Penia
la camerata del rifugio illuminato dalla luce dell'albala camerata del rifugio illuminato dalla luce dell'alba
Carlo Budel con l'ormai storico VANZAROT che porta da almeno un paio di anniCarlo Budel con l'ormai storico VANZAROT che porta da almeno un paio di anni


Probabilmente molte persone non riescono a concepire che una persona così apparentemente lontana da quella montagna (sempre quella con la “m” maiuscola) fucina di eroi sia riuscito a sopportare indenne condizioni che chiunque di noi troverebbe proibitive.

Tutte queste domande dovrebbero indurci a pensare che, tutto sommato, nonostante il suo passato, Carlo qualche attitudine nel vivere “in” e “la” montagna debba averla. Stranamente però, alla luce dell’evidenza, talune persone invece di provare rispetto ed ammirazione covano forme di invidia.

Forse però l’aspetto che più infastidisce è il fatto che Carlo riesca a stabilire immediatamente una fortissima connessione con le persone e questa empatia è la chiave del successo che lo ha reso famoso, con centinaia di migliaia di follower e una presenza oramai assidua nei media nazionali (non che ciò sia un merito) e sui giornali nazionali più importanti (non che sia qualcosa di cui vantarsi). Insomma Carlo, grazie alla sua capacità di interazione, alla sua semplicità e alla sua schiettezza (anche questo è una caratteristica che in molti ambienti di alta quota è considerata come grave difetto) è riuscito a creare un personaggio ed una storia che piace!

Panorama al tramonto dalla terrazza del rifugio Capanna Punta Penia Panorama al tramonto dalla terrazza del rifugio Capanna Punta Penia
Carlo Budel il giorno di chiusura della stagione 2022Carlo Budel il giorno di chiusura della stagione 2022

Per noi Carlo è, prima ancora che un rifugista che ha passato 460 giorni a Punta Penia, un amico. Lo è diventato nel tempo. Però, fin dal primo incontro a Punta Penia, quando ancora era solo il rifugista di Capanna Penia, ci ha da subito colpito per una dote molto rara negli uomini … l’umiltà.

Arrivando in cima alla Marmolada ci si sente accolti e vi si trova rifugio in tutti i sensi del termine. Ecco perché Carlo è un Rifugista , lui sì con la “r” maiuscola: Carlo ha saputo dare rifugio a chi è arrivato fino a lì, facendolo sentire a casa, perché anche lui in quel posto ha saputo trovarvi rifugio …e se la Marmolada è Regina forse Carlo non ne è solamente la sentinella ma il Re!

Lunga vita a Carlo!

Autore
Federico Sordini
Federico Sordini
CEO ELBEC
ELBEC viene fondata nel 2015 da me, Federico Sordini, montanaro DOC (Di Origine Cittadina), architetto laureato a Parigi e specializzato in architettura sostenibile a Losanna. Collaboro con le principali organizzazioni non governative internazionali in progetti di emergenza, post urgenza e sviluppo che mi portano a stretto contatto con realtà complesse in Africa, Asia e Sud America. Ambientalista attivo, Alpinista di scarso livello, Amante della Montagna.

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