Se ami camminare tra boschi, sentieri e crinali, sai quanto la montagna possa regalare esperienze straordinarie. Ma con l’arrivo della bella stagione (soprattutto tra primavera e fine estate) c’è un piccolo parassita che può rovinare anche la giornata più entusiasmante: la zecca. Invisibile, silenziosa, ma potenzialmente pericolosa, la zecca si annida nell’erba alta e nel sottobosco, pronta ad attaccarsi a chiunque passi di lì, uomo o animale.
Negli ultimi anni, complici i cambiamenti climatici e l’aumento delle temperature, le zecche si sono moltiplicate, salendo anche di quota e diventando una presenza fissa lungo molti itinerari escursionistici. Il rischio maggiore? Non è il morso in sé, che spesso è indolore e quindi difficile da notare, ma la possibile trasmissione di malattie anche serie, come la malattia di Lyme o la TBE (encefalite da zecca).
Come fare allora per difendersi davvero? In questo articolo cerchiamo di rispondere in modo chiaro a una domanda sempre più urgente per chi ama la montagna: come proteggersi dalle zecche durante il trekking? Parleremo di prevenzione, di come riconoscere una puntura, di cosa fare in caso di morso, e anche di un consiglio efficace, usato da anni dal nostro testimonial Simone Casella: indossare calze Elbec SKIMO sopra i pantaloni.
Perché quando si tratta di sicurezza in cammino, ogni dettaglio può fare la differenza.
Le zecche vivono in ambienti umidi con erba alta, cespugli e boschi: in pratica, sono ovunque ci siano animali selvatici e vegetazione fitta. Non saltano, non volano, ma si aggrappano al passaggio, spesso alle gambe, salendo poi su altre parti del corpo.
Il problema principale non è tanto il morso in sé (che di solito è indolore) quanto la possibilità che la zecca sia portatrice di agenti patogeni.
Le malattie delle zecche più conosciute sono:
Le zecche prediligono zone calde e umide: inguine, ascelle, retro delle ginocchia, dietro le orecchie, attaccatura dei capelli e zona lombare.
Controllare accuratamente il corpo dopo ogni escursione è fondamentale, anche se si è stati su un sentiero apparentemente “pulito”.
La TBE encefalite da zecca è la malattia più pericolosa che si può contrarre con il morso della zecca. Generalmente solamente il 15% dell persone che contraggono l'encefalite hanno complicazioni che necessitano di ospedalizzazione con conseguenze neurologiche che potrebbero essere permanente. L'1,5% delle encefaliti da zecche hanno un decorso mortale.
Se le aree maggiormente a rischio sono quelle boschive con presenza di animali selvatici i paesi dove si segnalano il più alto numero di casi sono : la regione Boemia del Sud e gli altipiani di Boemia - Moravia, ha uno dei tassi di incidenza più alti di encefalite da zecche (TBE) in Europa. Segue la Repubblica Ceca la Germania, la Svizzera, l'Austria, la Slovenia e la Croazia.
In Italia, la TBE è presente in focolai endemici nel nord-est, con la provincia di Belluno che segnala una maggiore incidenza. Anche il Friuli Venezia Giulia e il Trentino Alto Adige mostrano tassi alti ma con un numero di casi inferiore.
ndr: Più in generale la TBE è presente in Asia e in Europa (Spagna e Portogallo escluse) ed è assente in Oceania, America e Africa. Una soluzione per fare trekking senza rischi restando in Europa potrebbe essere quello di fare il Cammino di Santiago!
Le punture di zecca si possono prevenire in modo molto semplice. Ecco alcune buone pratiche che sarebbe bene adottare sempre:
Tra i rimedi contro le zecche per l’uomo esistono anche spray naturali a base di citronella, geranio o olio di neem. Non sempre garantiscono la stessa efficacia dei repellenti chimici, ma sono una valida alternativa in ambienti a basso rischio.
Un accorgimento pratico e intelligente arriva dal nostro testimonial Simone Casella, trekker esperto. Simone e sua moglie percorrono spesso sentieri nelle Alpi Apuane, dove la presenza di zecche è significativa e gestiscono un gruppo di appassionati di montagna "TrekkingMania"che condivide esperienze ed itinerai sui social.
La loro soluzione? Usano le calze SKIMO Elbec indossate sopra i pantaloni.
Queste calze, alte e resistenti, permettono di:
Non si tratta di una soluzione miracolosa, ma una scelta in più, concreta e testata sul campo che vi aiuterà a ridurre sensibilmente i rischi di puntura.
Le zecche sono piccole, scure, con otto zampe. Nei primi stadi di vita sono grandi quanto una testa di spillo, ma dopo essersi nutrite aumentano di volume diventando ben visibili. Se trovi una zecca attaccata alla pelle:
Se compare un eritema (la famosa “chiazza a bersaglio”), febbre, stanchezza o dolori articolari, rivolgiti subito a un medico: potrebbe trattarsi di un’infezione o, nei casi più gravi, dei sintomi della malattia di Lyme. In realtà benchè spiacevole quello che tutti noi temiamo è la TBE che può anche non dare sintomi immediati e rimanere latente per tanto tempo per poi sfociare nell'encefalite che può avere conseguenze che vanno dal grave al letale.
La rimozione va fatta con calma: se il rostro (la parte della testa e nello specifico della bocca) resta sotto pelle, puoi estrarlo con un ago sterile come faresti con una scheggia. È meglio evitare tecniche improvvisate o il fai-da-te con sostanze irritanti: provocano il rigurgito della zecca, aumentando il rischio di trasmissione dei batteri.
Le zecche possono attaccarsi ovviamente anche ai bambini che sono tra i più esposti alle punture di zecca in montagna perché giocano spesso seduti a terra o tra l’erba alta. Le regole sono le stesse, ma servono controlli più scrupolosi, soprattutto dietro le orecchie, sull’attaccatura dei capelli e dietro le ginocchia.
Le zecche non devono rovinare le tue uscite in montagna. Servono attenzione, prevenzione e un pizzico di metodo. Da parte nostra, in Elbec ci mettiamo filati certificati, attenzione per l’ambiente e passione vera per chi vive la natura per produrre le migliori calze trekking del mercato. Come abbiamo spesso l'occasione di ripetere in montagna, come nella vita, il rischio zero non esiste. Però possiamo fare molto per cercare di ridurre questo rischio in maniera consapevole in modo individuale attraverso le piccole attenzioni di cui vi abbiamo parlato. Sicuramente se le amministrazioni collaborassero sarebbe meglio per tutti. Sarebbe utile ad esempio conoscere le aree maggiormente colpite con un monitoraggio in tempo reale dei casi riscontrati ma ovviamente questo potrebbe avere delle ripercussioni sul turismo ed è cosa risaputa che il business è più importante della salute dei cittadini!
Le nostre calze trekking estivo nascono per proteggerti anche nei dettagli. Sono fatte con cuore e cervello, nelle Dolomiti, con lana merino biologica certificata no mulesing, e pensate per accompagnarti anche nei percorsi più esposti… a tutto, non solo al freddo.
Perché la montagna la si ama anche così: con il rispetto e con scelte consapevoli che fanno davvero la differenza.
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