Sono nata ad Avezzano, nella Marsica, la piana del Fucino, dove, prima i contadini e poi gli imprenditori moderni, hanno sempre coltivato la terra. Ora vivo a Barisciano, un paese a 16 km dall'Aquila, dove la mia famiglia e i miei figli, con non poche difficoltà e qualche rinuncia (che dipende principalmente dallo spopolamento dei paesi montani) stanno crescendo serenamente.
Per questa libertà nessun prezzo è troppo alto da pagare.
Ho studiato Medicina Veterinaria a Teramo e durante il mio percorso di studi mi sono appassionata alla gestione genetica delle produzioni zootecniche. In Abruzzo allevamento significa soprattutto "pecore", perché questi sono gli animali presenti in numero maggiore nella nostra regione.
Tra le varie produzioni degli ovini - latte lana e carne -, mi sono perdutamente innamorata della lana e l'ho seguita non solo sui libri, ma anche spostandomi verso quei territori dove storicamente la lana pregiata è sempre stata prodotta.
Sì, nel 2007 sono arrivata sul Gran Sasso ed ho assistito alla tosatura di un gregge per la prima volta nella mia vita. Da quel momento ho iniziato un faticoso percorso per identificare le criticità non solo nella produzione, ma anche nella raccolta di questa fibra.
Non mi sono fermata solo al prodotto, ma mi sono concentrata anche sull'animale che lo produce, sulle aziende che lo allevano e sulle famiglie che vivono di questo mestiere così antico - la pastorizia.
Il mercato della lana italiana ha perso vigore da tempo per una serie di motivi, e il disinteresse nei confronti di questa materia prima è evidente: basti osservare quanto sono bassi i prezzi ai quali gli allevatori devono vendere la materia prima e quali sono le modalità di raccolta.
Assolutamente. La mia priorità è quella di rispettare il benessere animale. Così, con moltissimi sforzi dovuti alla diffidenza diffusa e al mio essere donna, siamo passati dal tosare le pecore legate, al tosarle libere, sorrette solo dalla gambe del tosatore, e a non raccogliere immondizie, ma quel bene merceologico che oggi mi permette di parlare di AquiLANA.
È nato così il mio marchio che all'inizio raccontava la lana abruzzese, e che adesso si è esteso a tutta la lana della transumanza.
La mia azienda in questi anni è cresciuta garantendo alle famiglie pastorali che partecipano a questa filiera prezzi equi e soprattutto la restituzione del valore morale al bene primario che le loro pecore producono.
La nostra lana italiana è bella, morbida, non punge e soprattutto è buona perché nessuno viene sfruttato in questa filiera, anzi: tutti sono valorizzati in termini economici per il lavoro effettuato.
Una volta raccolta, mediante un processo di accurata selezione, solo i velli migliori vanno a filatura nel biellese, dove viene garantita la tracciabilità del sudicio e il risultato di un filato di prima qualità. Ho aperto una bottega a Santo Stefano di Sessanio, dove la lana torna nelle varie tipologie di filato che tingo a mano con le piante, le radici, i fiori, le foglie.
La tintura che amo di più è quella con il nostro vino regionale, il Montepulciano d'Abruzzo e quest'anno abbiamo aggiunto una grande novità: la tintura con gli scarti dello zafferano dell'Aquila dop, realizzata grazie alla collaborazione con le cooperative Oro Rosso e Altopiano di Navelli. Ho sempre pensato che insieme si cresce più forti e cerco, anche nel mio lavoro, di applicare questo principio.
Opero tra i paesi ricchi e storici del Gran Sasso Aquilano, adoro Castel del Monte, capitale della pastorizia italiana, e proprio lì un giorno mi sono trovata faccia a faccia con il lupo.
Il lupo è un animale per cui provo profondo rispetto, abitante di una natura che non ci appartiene e di cui possiamo solo disporre in maniera attenta e generosa.
Non ho avuto paura, sono stata risoluta perché ho imparato dai miei cani, i Pastori Abruzzesi, guardiani forgiati da secoli nelle nostre montagne proprio per l'impiego della difesa del gregge.
Il Pastore Abruzzese non cerca lo scontro con il lupo, stabilisce il suo territorio e caccia via il lupo convincendolo ad abbandonare i suoi propositi.
Anche io ho fatto così: ho aspettato ferma e decisa che il lupo si allontanasse dal luogo dove mi trovavo, e lui è andato via trotterellando dopo avermi mostrato i denti che a me (anche se ovviamente non lo era) sono sembrati un sorriso.
ELBEC collabora con AquiLana utilizzando i suoi filati in lana merinizzata italiana per la realizzazione di Berretti e Fasce fatte a mano nell’ambito del progetto Manifattura Diffusa.
Quello che ci ha sempre affascinato di Valeria, oltre ovviamente alla qualità della lana ed alla particolarità delle sue colorazioni naturali, è il profondo rispetto del territorio in cui vive. Un ambiente per certi sensi difficile ma che sa ripagare chi ha la capacità di apprezzarne l’unicità.
La convivenza dei pastori con il lupo in Abruzzo si perde nella notte dei tempi poiché il lupo come del resto l’orso non si sono mai estinti in quest’area.
I pastori abbruzzesi sono la dimostrazione vivente che un equilibrio con i predatori è possibile e Valeria è la prima ad esserne consapevole adoperandosi affinché questo equilibrio perduri.
n.d.r.
Il Progetto di ELBEC per una produzione sostenibile grazie ad una filiera corta legata al territorio
Abbiamo creato una linea di berretti interamente realizzati con lana italiana a KM Zero ! Visita il nostro sito per vedere di cosa si tratta !...
I contratti fra allevatori ed il nostro fornitore di lana merinos consente di avere la certezza che la nostra lana rispetti gli standard di...