Intervista con l'alpinista Symon Welfringer Intervista con l'alpinista Symon Welfringer

Revers Gagnant

Intervista all'alpinista francese Symon Welfringer
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Revers Gagnant (winning setback)

Ovvero come aprire una nuova via sul Karakorum contro ogni previsione.

Symon Welfringer e Pierrick Fine avevano un progetto : andare in Nepal. Ma le frontiere erano chiuse per la pandemia.
Sono stati ore e ore su Google Earth e Fatmap a cercare pareti ripide e montagne vergini. E a un certo punto è arrivata l’idea: il Karakorum, la catena montuosa a nord ovest dell’Himalaya, in Pakistan.

Tra il dire e il partire di solito c’è un tempo di programmazione, ma loro non ci hanno riflettuto troppo, anche perchè se no forse non l’avrebbero fatto: troppo freddo, troppe incognite, troppi rischi.

Ma la fortuna aiuta gli audaci, si dice.
E infatti Symon oggi ci porta il ricordo di un’avventura fantastica, grazie al meteo amico e all’imprevedibile magia della natura selvaggia.

Nell’area del Batura Muztagh c’è un ghiacciaio, il Toltar, visto raramente da occhi umani: la nostra spedizione è solo la seconda nella storia.
E’ l’inizio di ottobre, il nostro campo base è sotto la parete sud del Sani Pakush. Cercando di acclimatarci ci guardiamo intorno.
Le montagne sono tutte vergini e tutto è da sognare. Le pareti sono ripide, non è facile trovare un punto di accesso, e non è detto che la montagna lo offra.

Ma alla fine individuiamo dei pendii di neve per salire fino a 5.550 metri.

Pierrick Fine durante l'ascensione della parete sudPierrick Fine durante l'ascensione della parete sud
Symon Welfringer durante l'ascensione della parete sudSymon Welfringer durante l'ascensione della parete sud

Cinque giorni per acclimatarci e allenarci alla trave, per poi puntare ai 6953 metri. Dopo due settimane siamo pronti. Le cattive condizioni meteo ci tengono fermi qualche giorno in più, ma alla fine arriva il sole.

La partenza è programmata alle 2 del mattino dal nostro campo base, e subito si fa sentire la difficoltà dell’impresa: ghiaccio, valanghe, spindrift e zaini rotti. A circa 5600m incontriamo uno dei tiri più difficili di M4 + / M5, per e per fortuna troviamo una piccola piattaforma e uno scomodissimo bivacco.

Il secondo giorno ci riserva due fantastici tiri di ghiaccio puro: uno dei momenti più belli di questa nostra avventura.

A 6200m cerchiamo un bivacco disperato senza trovarlo mai. Dopo ore ci sediamo e aspettiamo, uno su una piccola sporgenza di neve e l'altro appeso in tenda.

Il terzo giorno… siamo esausti. Decidiamo di salire in cresta e per fortuna riusciamo a montare la tenda a 6.400 metri in un bel crepaccio.

E poi? E poi ovviamente si sale, si sale ancora, quasi senza attrezzi. Lasciamo il bivacco e percorriamo gli ultimi 500 metri sulla cresta, ma è sempre più difficile salire in vetta; scaviamo nella neve fresca per 7 ore e alle 2 di notte arriviamo esausti sulla cima Sani Pakkush, a 6953 metri.

Ce l’abbiamo fatta. Questa è la mia terza volta in Pakistan e l'ottava spedizione in totale.

Scoprire nuovi luoghi e nuove persone continua ad affascinarmi, ora con un obiettivo in più: trovare pareti ripide in quota, tra i 7500 e gli 8000 metri, da scalare con il ghiaccio e con la roccia. E sempre con il giusto compagno di viaggio. Pierrick ha tante diverse abilità, e questa è stata una delle chiavi del nostro successo.

Io guidavo i tiri tecnici ma era sicuramente lui il maestro sopra i 6500 metri. Partire per una spedizione con un solo compagno è sicuramente più rischioso, ma si crea un legame davvero unico...

"L'esprit de cordée" si dice in francese: è il sodalizio tra due amici la cui vita è legata a una stessa corda.


Symon Welfringer durante l'ascensione della parete sudSymon Welfringer durante l'ascensione della parete sud
Vetta del Sani Pakkush 6.953mVetta del Sani Pakkush 6.953m
Symon Welfringer durante un bivacco di acclimatazione a 5.000mSymon Welfringer durante un bivacco di acclimatazione a 5.000m


___ Sani Pakush 6953m (parete sud vergine) Fine Pierrick Welfringer Symon 2500 m / 90 ° / M4 + / WI4 + 16-20 / 10/2020 Grazie a: Millet mountain, Petzl, Julbo Eyewear e La Sportiva oltre ovviamente a ELBEC che ci fornisce le calze e i berretti!

Grazie a che a: North Pakistan adventure e Ishaq Ali per l’organizzazione del viaggio.


E' con grandissima soddisfazione e stima che ELBEC continua dal 2018 la sua collaborazione con Symon Welfringer. Con i nostri prodotti
sono state effettuato già tre spedizioni in Pakistan ed in Kirghizistan - scopri di più sui tester e testimonial ELBEC
n.d.r.

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Redazione Stampa
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