Ormai sono due stagioni che condivido delle grandi e piccole avventure con Santi e anche se in quest’ultimo anno di pandemia molti dei nostri progetti sono rimasti dei sogni nel cassetto per la difficoltà di spostamento, abbiamo lo stesso continuato a ricercare le nostre linee sulle pareti di casa.
La prima volta che ci siamo incontrati abbiamo aperto una via nella valle dei Sogni, la valle di San Lucano, e anche se praticamente non ci conoscevamo mi sembrava di aver scalato con Santi da sempre.
Da quel primo incontro è nata la via “Irene”, sulla prima Pala di San Lucano, ed è stato l’inizio di una lunga serie di salite in tutte le stagioni, ma soprattutto in inverno, quando Santi ogni anno è alla costante ricerca di nuove linee di ghiaccio negli angoli più nascosti delle Dolomiti.
La settimana scorsa avevamo pianificato di prenderci alcuni giorni per andare a cercare del bel ghiaccio verticale un po’ più lontano come avevamo fatto lo scorso anno a Kandersteg. Quest’anno sognavamo di visitare alcune zone della terra mitica del ghiaccio, la Norvegia, ma ovviamente abbiamo dovuto rimandare il viaggio a quando finirà questo brutto periodo.
Per fortuna viviamo in un territorio fantastico che ci offre un vasto parco giochi dove cercare interessanti avventure alpinistiche, e così eccoci prima sulla nord del Cimon di Palantina, che quest’anno si presenta in condizioni strepitose. In una bellissima giornata di scalata su un perfetto alpine ice insieme al genius loci Barry Bona, apriamo l’elegante linea di “Unicorno”.
Due giorni dopo si riparte con il furgone per una breve fuga verso la valle di Riofreddo, un posto assolutamente incredibile che offre delle cascate di grande bellezza e notevole impegno. Sarà per le due ore e mezza di avvicinamento o per la grande quantità di neve di questa stagione ma con grande sorpresa ci ritroviamo da soli di fronte a questa meraviglia della natura che ci regala due giornate di fantastiche salite su ghiaccio plastico primaverile.
Il viaggio in furgone è stata l’occasione per fare quattro chiacchere con Santi sulla sua visione della montagna e dell’Alpinismo in questo difficile momento storico.
Allora Santi, ci siamo divertiti a Riofreddo, com’è stata questa stagione invernale? Sei soddisfatto di quello che hai fatto?
Devo dire che questa stagione invernale è iniziata abbastanza in ritardo nonostante già in ottobre si fossero create delle buone condizioni che poi però si sono rapidamente deteriorate. Ad ogni modo, io sono sempre contento perché anche se le condizioni non sono le migliori, chi cerca trova! Ghiaccio ce n’è stato e ce n’è ancora, perché ti ricordo che manca ancora un mese alla fine dell’inverno.
Fino ad ora sono soddisfatto, ma non è ancora finita!
L’ultimo anno di pandemia è stato difficile per tutti, come lo hai vissuto con la tua attività di guida alpina?
L’anno scorso quando è iniziata la pandemia ed è arrivato il primo lock down eravamo nel pieno della stagione scialpinistica che per me significa molte giornate di lavoro perse, poi però durante la stagione estiva sono riuscito a recuperare, ho lavorato moltissimo e non posso lamentarmi.
In questa stagione invernale con le nuove restrizioni purtroppo molti dei miei clienti che vengono da paesi esteri come Spagna, Belgio, Francia, Inghilterra non sono potuti venire, ma grazie ai clienti locali della val zoldana e quelli con le seconde case sono comunque riuscito a lavorare diverse giornate, quindi va bene così, ho lavorato meno ma ho potuto arrampicare di più e questo non è mai un male!
Negli ultimi anni stanno cambiando le condizioni del ghiaccio in Dolomiti, i frequenti sbalzi termici rendono sempre più difficile la formazione di strutture a bassa quota, ma allo stesso tempo si formano linee in quota di grande fascino e bellezza, come Madre Tierra sulla Rocchetta di Bosconero o le linee sulla Nord del Monte Pelf che abbiamo salito la scorsa stagione.
Secondo te sono condizioni nuove dovute al cambio climatico o si formavano anche in passato solo che nessuno era andato a metterci il naso?
Il cambiamento climatico e l’aumento delle temperature sono fenomeni evidenti e inconfutabili e sono proprio le cascate di bassa quota a soffrirne di più, basta pensare alla val del Mis dove è sempre più difficile trovare buone condizioni.
Anche la stagionalità delle piogge è cambiata, mentre prima l’autunno era una stagione di grandi precipitazioni, negli ultimi anni è spesso stata caratterizzata da lunghi periodi di anticiclone con giornate fantastiche ideali per scalare vie in Dolomiti fino a novembre, ma che di certo non aiutano l’alimentazione delle cascate.
Allo stesso tempo gli sbalzi termici tra caldo e freddo hanno favorito la formazione di queste nuove vie di alpine ice in quota.
Probabilmente le linee che abbiamo salito lo scorso anno si erano già formate in passato ma nessuno era andato a metterci il naso, anche per i lunghi avvicinamenti o perché c’era più neve.
Io stesso ho avuto “Madre Tierra” davanti agli occhi per dieci anni e non ci avevo mai creduto prima dell’anno scorso, e trovarla e salirla è stata semplicemente fantastico!
Da professionista della montagna come hai vissuto questa stagione invernale senza turisti e con gli impianti chiusi?
Anche se gli impianti mi portano una buona quantità di lavoro devo dire che sto bene anche senza. Il mondo degli impianti sciistici porta i valori della società cittadina in montagna e quei valori non c’entrano niente con la mia visione della montagna.
Preferisco di gran lunga lavorare con lo scialpinismo e con il ghiaccio, discipline che mi permettono di far vivere la vera montagna invernale ai miei clienti e vedo che ricercando degli itinerari fuori dai soliti giri e con un po’ di avventura in più le giornate che propongo sono sempre molto apprezzate.
Quindi non voglio dire che sono contento che siano chiusi gli impianti però… lo dico!
Oltre all’aspetto alpinistico per te è importante anche l’aspetto umano dei tuoi compagni di cordata, scali con tante persone ma cerchi sempre di “pasarlo bien” e che ci sia un’atmosfera di divertimento e amicizia nelle salite. Raccontaci un po’ com’è per te la cordata perfetta.
La cordata perfetta è quella che parte dalla macchina e ci ritorna sempre col sorriso stampato in faccia, anche quando la salita in sé non è andata per il meglio.
Mi piace andare in montagna con amici veri, il divertimento è una parte fondamentale del mio modo di vedere l’alpinismo.
E anche nelle situazioni difficili è sempre meglio stemperare la tensione con una risata, anche se non sempre ci riusciamo.
Ultima domanda, qual è il primo posto dove ti piacerebbe andare appena si potrà tornare a viaggiare?
Il primo posto in assoluto dove vorrei tornare è a casa mia in Catalogna, è da tanto tempo che non vedo mio padre e molti cari amici e avrei proprio una gran voglia di tornare a salutarli.
Poi di posti dove vorrei andare ad arrampicare ovviamente ce ne sono tanti: Nepal, Pakistan, Patagonia, Alaska. Luoghi dove ancora si possono vivere grandi avventure in puro stile alpino con un paio di amici immersi nelle montagne più pure e selvagge.
Prima o poi ci ritorneremo.
Video integrale dell'apertura di Madre Tierra 730m. M6+/AI5+
n.d.r. Sul Cimon di Palantina in Alpago questo inverono sono state aperte due nuove vie di ghiaccio e misto : "Piatto d'Argento" e "Unicorno". Le due nuove vie di misto sono state rispettivamente aperte da Andrea Gamberini e Giovanni Zaccaria, e Barry Bona, Santiago Padrós e Diego Toigo. Il Gruppo Col Nudo-Cavallo, Alpago, Dolomiti sembra il luogo perfetto per "uscire dal sentiero tracciato" visto che entrambe le cordate avevano Tester ELBEC che usano i nostri prodotti per l'ice climbing ed il misto
Nato a Feltre nel 1983, vive a Fonzaso con la moglie Karin e la piccola Irene. Professione artigiano. Inizia ad arrampicare nel 2001 frequentando il corso roccia organizzato dalla Scuola di Alpinismo di Feltre.
Ha salito più di 300 vie in Dolomiti aprendo una decina di vie nuove tra cui “I tempi cambiano” sulla parete sud del Sass De Mura (Alpi Feltrine) premiata con il premio Silla Ghedina per la miglior via nuova in Dolomiti del 2017.
Istruttore nazionale del CAI attivo nella Scuola di Alpinismo del Cai di Feltre.
Presidente del Gruppo Rocciatori Feltre dal 2017.
Svariate spedizioni al suo attivo in Patagonia, Kazakhistan, Nepal e Bolivia e molte aperture di nuove vie di ghiaccio e misto in Dolomiti.
Tester ELBEC dal 2019
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