Gli attacchi all’ambiente e al territorio montano da parte degli imprenditori dello sci si ripetono su tutto l’arco alpino come anche sugli Appennini con l'appoggio delle amministrazioni pubbliche e le istituzioni europee.
Siamo andati a vedere cosa succede in centro Italia, nelle Marche, a Frontone in provincia di Pesaro Urbino dove si sta compiendo, sotto lo sguardo impotente degli abitanti della zona, uno scempio ambientale senza precedenti.
Nuova pista da sci che attraversa la strada carreggiabile
Il torrente in piena dei soldi pubblici è arrivato anche sul monte Catria dove, nonostante i tentativi di alcune associazioni ambientaliste locali, dal 2018 è iniziato l’ampliamento della stazione sciistica del Monte Acuto e del Monte Catria che parte da Caprile, alla vertiginosa quota di 530m sul livello del mare, per arrivare poco sotto i 1600m, poco distante dall'anticima del monte Acuto.
Inutile dire che il progetto, a queste altitudini, non è economicamente sostenibile neanche in presenza di innevamento artificale !
il comprensorio Catria Snow Park inaugrato negli anni '70
Ma se non interessa la sostenibilità ambientale, non interessa neanche quella economica del'attività in se poiché questi interventi sono di tipo finanziario e servono principalemnte ad assicurare un cash flow importante alle imprese grazie ai finanziamenti a fondo perduto, che verranno poi messi a bilancio per sanare situazioni pregresse.
Se gli imprenditori dovessero imprendere i loro propri soldi, pochissimi di questi progetti verrebbero realizzati.
Purtroppo i finanziamenti a fondo perduto, e le folli politiche di sviluppo promosse dall’Unione Europea, in provincia di Pesaro Urbino hanno permesso di distruggere una secolare faggeta per consentire il passaggio dei nuovi impianti di risalita e delle nuove piste, a cui forse se ne aggiungeranno altre due a breve, che verranno utilizzate, nella migliore delle ipotesi, una o due settimane all'anno!
Nuova pista tra Catria ed Acuto
Quella del Catria Snow Park è una triste storia che deve aiutarci a riflettere e a mettere in discussione i metodi che stiamo adottando per portare avanti le battaglie ambientaliste di questi anni. Nonostante la manifestazioni organizzata nel luglio 2018 dall’associazione Lupus in Fabula e quella dell’ottobre 2019 organizzata da Cai Marche , WWF , Lega Ambiente, Italia Nostra, Lipu, CAI Montefeltro, CAI Pesaro e altre associazioni ambientaliste i lavori proseguono.
Le principali associazioni ambientaliste assieme al CAI hanno presentato un esposto alla procura della Repubblica per violazione della normativa sugli appalti e sulle procedure di Valutazione di Impatto Ambientale con la richiesta del sequestro preventivo degli impianti ma ad oggi i lavori proseguono.
nuova pista sul versante Nord del gruppo del Catria
Forse si arriverà bloccare i lavori che prevedono la realizzazione di altre piste e del bacino di ritenzione idrica che dovrà alimentare l’impianto di innevamento artificale, ma intanto i soldi sono stati stanziati, la società ne ha beneficiato, la faggeta è stata deturpata, gli impianti posizionati sul versante nord del gruppo del Catria e bloccando la costruzione del bacino avremmo distrutto una montagna per nulla!
Ci siamo indignatii ... ma non è bastato !
Del Catria hanno parlato in molti sono apparsi articoli
L’approccio legale, necessario ed imprescindibile, richiede tempistiche che spesso non sono sufficientemente rapide ed arrestare i disboschi e gli scavi e gli esposti e le denuncie si rivelano strumenti inadeguati alla salvaguardia ambientale.
Per tentare di fermare i lavori sul Catria e sull’Acuto sono state fatte manifestazioni, si è informata la società civile, si è sensibilizzata l’opinione pubblica e si è fatto ricorso alla giustizia per denunciare gli abusi ma non è servito a nulla o quantomeno non è servito a preservare l’ambiente.
Manifestazione luglio 2018 - Associazione Lupus in Fabula
Dopo aver scritto, fotografato, denunciato, manifestato e dopo esserci indignati forse ci siamo sentiti meglio perché pensavamo di aver fatto la cosa giusta … ma non è bastato!
Sembra evidente, alla luce di questa triste storia - che poi non è altro che la storia che si sta ripetendo su tutto l’arco alpino dalle Dolomiti alle Alpi Occidentali, che indignarsi non è più sufficiente!
Nuove forme di protesta devono essere ideate rapidamente se vogliamo riuscire a tutelare realmente l’ambiente per noi per le generazioni che verranno
Federico Sordini
#elbec
#escidalsentierotracciato
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