La catena del Lagorai è un’icona del turismo sostenibile. Frequentata sin dal Mesolitico, è uno scrigno di leggende e tradizioni millenarie. Molto diversa dalle Dolomiti per storia geologica e per paesaggio, è fatta di foreste di conifere, rocce scure e zone prative con malghe e baite, e conserva ancora molte tracce della Grande Guerra ed è stata sfiorata a malapena dall’industria del turismo invernale.
Il Laghetto del Lagorai
Tra gli escursionisti in cerca di una meta libera da infrastrutture e comodità pensate per il turismo di massa, sta diventando sempre più famoso il percorso di trekking denominato Translagorai : un tracciato che si snoda in quota lungo tutto il gruppo montuoso dal Passo Rolle fino al monte Panarotta, lungo il quale si incontrano solo tre rifugi gestiti e pochi bivacchi.
La Provincia Autonoma di Trento, la Magnifica Comunità di Fiemme e i vari comuni coinvolti, in collaborazione con la SAT, stanno dando vita a un progetto di recupero di alcune casere, malghe e baite già esistenti come rifugi o zone ristoro, per fornire un appoggio agli escursionisti impegnati nel difficile trekking. Un progetto di “valorizzazione” che qualcuno trova allarmante laddove prevede che altri edifici, fuori dal tracciato del trekking e non destinati alla ricezione, possano essere convertiti ad attività commerciali.
Simbolo di questa preoccupazione diffusa è Malga Lagorai.
Panoramica della Malga Lagorai
La casera, a 1870 mslm, è in stato di degrado e richiede una ristrutturazione urgente, ma non tutti sono d’accordo nel farne un rifugio con cameroni, docce e cucina. In particolare, si oppone fermamente al progetto il Comitato Vicini al Lagorai , un gruppo di fiemmesi che vede nella realizzazione di questo progetto la caduta del primo tassello di un domino che travolgerà la valle, trasformandola in luogo antropizzato e in una meta del turismo di massa. E’ attiva anche una petizione: “Salviamo Malga Lagorai, un gioiello minacciato dalla banalizzazione turistica”
“La Catena del Lagorai – dice Alessandro Caviola in rappresentanza del comitato - è un simbolo per gli amanti delle escursioni in mezzo alla natura. È una meta fatta di silenzi e di sana fatica fisica. Una boccata d'acqua fresca, in un panorama Alpino che sempre più spesso viene rovinato con ristoranti, attrazioni da luna park e servizi volti ad accontentare chiunque. Vogliamo vedere il futuro del Lagorai da una prospettiva diversa: deve rimanere il luogo silenzioso e aspro che abbiamo conosciuto.
Per questo è necessario valutare molto bene ogni progetto che viene proposto, valutando rischi e benefici. E in questo caso non c’è dubbio: i rischi superano abbondantemente gli (apparenti) benefici”.
Il lago delle Stellune
Succede spesso, troppo spesso, che mettendo al centro le pure importanti esigenze economiche si finisca per impattare irreversibilmente sull’ambiente. E in questo caso, l’aumento del flusso di persone causerebbe inevitabilmente l’abbandono di immondizie, l’utilizzo di boschi e pietraie come gabinetti improvvisati, con tutte le ovvie conseguenze sulla fauna ittica del lago e sugli anfibi che abitano la torbiera.
Queste montagne, tutte le montagne, rappresentano un tesoro insostituibile. E le zone in cui la presenza umana è ancora modesta, dove gli impianti sciistici non si sono ancora spinti, i luoghi in cui si può ancora camminare nel silenzio, vanno preservati.
vista del Monte Croce
Commenti ad alta voce
A conclusione di questo articolo vorremmo aggiungere che dopo la sua pubblicazione abbiamo ricevuto molti commenti dai nostri lettori che potremmo riassumere in due macro categorie: quelli che sostengono che una eventuale ristrutturazione attirerebbe più turisti e quelli che osservano che non tutti sono in grado di percorrere grandi distanze e quindi un maggior numero di appoggi dove pernottare, permetterebbe anche alle persone meno giovani di godere dei magnifici paesaggi del Lagorai.
A tutte le persone che hanno espresso queste due osservazioni vorremmo ricordare la filosofia che ci guida. La nostra visioneè quella di preservare la Natura in generale e la Montagna in particolare, in quanto valore assoluto e non da condividere.
La montagna non è per tutti ! Questa è la considerazione da ripetere come un mantra e di cui dobbiamo prendere atto se vogliamo preservare la Montagna come luogo fisico e mentale per noi e per le generazioni future.
Solo così saremo certi che quando le nostre a membra stanche non ci permetteranno più di raggiungere quei luoghi, potrà ancora farlo il nostro spirito!
#elbec
#escidalsentierotracciato
#lamontagnanonepertutti
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