Dopo due anni mi ritrovo a Muggia (Trieste) per rimettermi in cammino sul Sentiero Italia CAI con uno zaino decisamente piu leggero, con scarpa da avvicinamento ( strutturata ma leggera) e calze Elbec Hybrid multifunzione adatte anche ad un trekking estivo come il mio.
Un trekking di 6 giorni con 6 tappe nel Friuli Venezia Giulia e più precisamente nella zona del Carso.
Non sono sola, ma accompagno Marco Pietrapaoli nella partenza del suo progetto "Ritmo dei Passi": percorrere tutto il sentiero Italia in diversi anni e organizzare sulle sue tappe eventi, incontri, unendo il mondo dell' associazionismo con le realtà locali.
Al nostro arrivo venerdì 14 siamo subito catapultati in una conferenza di apertura, per poi cenare alla sagra con i tipici sardoni fritti e i kipfel di patate e chiudere la serata in sede CAI Muggia guardando il Docufilm del 1995 "Cammina Italia".
Da San Bartolomeo a Muggia
6,16 km dislivello +244 -250
La prima tappa è molto breve parte da San Bartolomeo Lazzaretto, sale a Muggia Vecchia e scende di nuovo agli abitati più recenti di Muggia.
Il percorso è per lo più su asfalto, ma la vista dalla parte alta del paese è veramente suggestiva.
Accompagnati alla partenza dalle allegre melodie della Banda "Vecia Trieste" camminiamo per un' oretta con gli amici del CAI Muggia e parlando del più e del meno in un attimo concludiamo la tappa.
Dormiamo ospitati da Don Andrea presso la foresteria della Basilica di Santa Maria Assunta.
Da Muggia a Hervati
27 km e dislivello + 1100
La seconda tappa è la più lunga: l' originale sarebbe di 17,22 km (da Muggia a Bagnoli della Rosandra) , ma noi la allunghiamo fino a Hervati arrivando a 27 km e dislivello + 1100 trovando così un appoggio per la notte in uno dei Punti Tappa indicati dal sito SI ( quello di Bagnoli purtroppo è chiuso, così come il rifugio Premuda ai piedi della Val Rosandra).
A Hervati non ci sono bar o negozietti quindi è bene portarsi nello zaino rifornimento di cibo.
La tappa si snoda seguendo il Sentiero CAI 1 tra carrerecce, sentieri tra boschi, sulla linea del vecchio confine con la Slovenia. Bella e suggestiva, la Val Rosandra ricopre un notevole interesse naturalistico, noto per la ricca varietà di specie vegetali e faunistiche, la presenza di fenomeni carsici superficiali e le numerose grotte.
Da Hervati a Repen
25 km dislivello + 500 -500
Anche oggi abbiamo unito due tappe: chiudendo la tappa "ufficiale" a Basovizza (dove ci siamo regalati una pausa caffè, un dolce tipico chiamato Kranz) per poi proseguire fino a Repen.
Consiglio di fare una piccola deviazione per visitare il Monumento Nazionale della Foiba di Basovizza.
Passando tra sentieri nei boschi, prati rigogliosi di fiori e farfalle, per la conformazione tipica del Carso notiamo intorno a noi tantissime doline e grotte.
La camminata è facile, poco impegnativa, ma è sempre bene prestare attenzione soprattutto nei sentieri dove l'erba alta nasconde alla vista insidiosi sassi.
Camminiamo insieme ad una amica di Marco che vive in zona e ci racconta le storie belle e purtroppo travagliate di questi luoghi di confine.
Consiglio di salire in vetta al Monte Orsario dove di gode di uno splendido panorama verso i monti della Slovenia e al golfo di Trieste e alla Rocca di Monrupino.
Repen è un piccolissimo abitato dove si trova un punto di appoggio per la notte e un piccolo supermercato dove poter comprare qualcosa in caso di necessità.
Da Repen a Malchina
7 km dislivello +470 -600
Tappa facile, ma da non sottovalutare per le basse quote e il caldo. Consiglio quindi di mettersi in cammino di buon mattino.
In queste zone del Carso si possono trovare le Osmize: sono aziende agricole o cantine, dove (in determinati periodi dell' anno) si vendono direttamente e si consumano vini e prodotti tipici quali uova, prosciutto, salame, pancetta, formaggi, sottolio e sottaceti, dolci di propria produzione.
Malachina non ha bar o negozietti e punti tappa ufficiali SI, ma ci sono un paio di agriturismi che bisogna chiamare per tempo.
Da Malchina a Jamiano
12 km dislivello +320 - 450
Abbiamo accorciato la tappa perché il centro visite Gradina (punto ufficiale di arrivo) è chiuso e abbiamo trovato ospitalità alla canonica di Jamiano.
In questa Tappa, sempre di facile camminata, si attraversano i boschi colpiti dall' incendio del 2022 che ha l'ambito l' abitato di Jamiano.
Prenotando per tempo è possibile trovare alloggi a Doberdò ( il paese vicino al centro visite Gradina) che è molto più servito del piccolino abitato dove noi ci siamo fermati.
Da Jamiano a Gradisca d'Isonzo
17 km dislivello +460 -220
Su e giù nel Carso di passano per luoghi storici della Prima Guerra Mondiale (Doberdó, Casa Cadorna, Monte San Michele, San Martino del Carso, Poggio Terzarmata...): una zona cantata in poesia più volte da Ungaretti.
I resti della guerra sono quasi scomparsi, ma targhe affisse alle case indicano paesi rasi al suolo durante la Prima Guerra mondiale, ricostruiti per poi essere nuovamente distrutti nella seconda guerra mondiale
Insomma un territorio martoriato eppure molto bello, nel quale ancora "crescono i fior".
Esclusa la prima parte del lago di Doberdò, si cammina sempre su carrerecce dove il passo si può allungare e la velocità media aumenta senza accorgersene.
Gradisca d'Isonzo, situata a 32 m sul livello del mare, considerata tra i borghi più belli d'Italia, è una fortezza quattrocentesca costruita sulla riva destra dell'Isonzo dai veneziani con il contributo di Leonardo Da Vinci per fronteggiare le invasioni dei Turchi.
Qui ritrovo l'amico Carlo gestore del bar Sport conosciuto nel mio cammino 2 anni fa!
Purtroppo il mio viaggio termina qui e dopo aver partecipato come ospite ad un paio di Eventi sulla montagna e raccontando la mia avventura del 2022 sul Sentiero Italia a Gorizia, saluto Marco e gli amici del CAI Gorizia per prendere a malincuore il treno.
Come dicevo prima, queste zone del Carso hanno quote basse: nonostante la facilità di camminata, il caldo e la poca acqua reperibile sono elementi da tenere in considerazione.
Nel 2022 avevo fatto il SI in tenda. Questo permette molta più autonomia, ma bisogna valutare attentamente a dove fermarsi per fare rifornimento di cibo e acqua, non caricarsi eccessivamente lo zaino e prestare molta attenzione a dove sostare: io eviterei boschi e prati con erba alta. Le zecche sono sempre in agguato!
A tal proposito, visto che qui ce ne sono molte, consiglio sempre e comunque di controllarsi a fine tappa.
Le targhette del Sentiero Italia non sono frequenti: è bene controllare sulla cartina o traccia GPS in numero del sentiero CAI da seguire: nelle prime tappe è il n. 1, poi passa al 3 e 72/78 ( tra Malchina e centro visite Gradina).
Io ho sempre scaricato tracce GPS dal sito ufficiale SI per poi caricarle su Locus Maps dove di base ho la mappa di tutta Italia. Così facendo non ho bisogno di avere i dati accesi (modalità aereo, ma GPS attivo) , il cellulare mantiene la carica ed evito il continuo passaggio dalla linea telefonica italiana a quella slovena.
Alla prossima avventura sempre con le calze Elbec ai piedi!
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