Questo è il racconto di viaggio di un lungo cammino in Patagonia condiviso tra padre e figlia, partendo dalle Alpi Apuane, la nostra casa e palestra di vita, fino ad arrivare al trekking più australe del mondo, immersi nella selvaggia bellezza della Patagonia cilena.
L'idea prende forma alla fine del 2023, dopo un mio viaggio in Patagonia. Durante quell'esperienza, scopro che oltre Ushuaia, la città più a sud del mondo, esiste un avamposto ancora più remoto: Puerto Williams, sull'isola di Navarino, al di là del Canale di Beagle.
Tornato a casa, inizio la ricerca: leggo tutto ciò che riesco a trovare sulle terre più a sud del mondo dagli affascinanti testi di Francesco Coloane alla biografia di Ferdinando Magellano, ai testi di Padre Alberto De Agostini. Decido di coinvolgere Tea, mia figlia più grande, in questa avventura e insieme a lei iniziamo a progettare e sarà tutto ancora più profondo.
n.d.r. Hanno scritto diari di viaggio in Patagonia in periodi più recenti anche: Bruce Chatwin, Luis Sepúlveda e Chris Moss. Bruce Chatwin
- Bruce Chatwin: In Patagonia è il libro di viaggio dello scrittore inglese, pubblicato nel 1977. Racconta il viaggio dell'autore in Patagonia argentina e cilena.
- Luis Sepúlveda : Patagonia express è il libro di viaggio di Luis Sepúlveda che racconta le sue esperienze in Patagonia e nella Terra del Fuoco. Il libro è un insieme di appunti di viaggio, riflessioni, racconti, leggende e incontri.
- Chris Moss: Patagonia. Paesaggio dell'immaginario è un libro di viaggio di Chris Mos
La data della partenza si avvicina ed è il momento di preparare lo zaino, ma come si prepara uno zaino per un viaggio in Patagonia in autonomia? Dobbiamo portarci tutto il necessario tranne il cibo che compreremo a Puerto Williams. Tenda, sacco a pelo, materassino, fornello, bastoncini, gli zaini diventano consistenti e più che altro molto pesanti.
Il viaggio in Patagonia fai da te comincia in aereo fino a Santiago del Cile, dove ci fermiamo un paio di giorni per poi proseguire per Punta Arenas, già Patagonia cilena. Qui iniziamo a respirare l’aria di una terra lontana affacciata sullo stretto di Magellano. La temperatura non è più quella di Santiago, il vento patagonico comincia a farsi sentire e il nome del nostro ostello “Aventura Austral” non fa che ricordarci il senso del nostro viaggio.
Restiamo tre giorni in città e approfittiamo per un’escursione sull’isola Magdalena per visitare una colonia di pinguini. Da Punta Arenas imbarchiamo su nave Kaweskar un traghetto che con trentadue ore di navigazione attraverso lo Stretto di Magellano e le isole meridionali del Cile ci porterà fino a Puerto Williams.
Salpiamo poco prima del tramonto, forse l’ora migliore per goderci il calare del sole dietro la cordigliera delle Ande, che con i suoi ultimi raggi illumina di arancione queste acque scure e profonde.
Navighiamo attraversando canali e isole inospitali battute dal vento australe, un tempo abitate dalle popolazioni indigene degli Yaghan, Selknam, Kawesqar. Sembra ancora di poter vedere i falò delle loro capanne, ma della loro presenza resta solo un nome:
“Terra del fuoco”.
Alle due di mattina arriviamo a Puerto Williams, un luogo isolato, affascinante, un punto di partenza per i viaggiatori più audaci.
Alloggiamo al Hostal El Padrino, un porto di mare dove Cecilia, la titolare, ci accoglie come amici di lunga data. L’ostello è un crocevia di camminatori e viaggiatori da ogni parte del mondo, un luogo di incontri e racconti di viaggio, di serate trascorse tra birre e carte topografiche, pianificando il trekking più a sud del mondo.
Cinque giorni in autosufficienza, immersi in una natura incontaminata. Nessuna copertura telefonica, nessuna connessione internet: solo noi e la vastità selvaggia della Patagonia.
Nonostante sia piena estate, il periodo migliore per un viaggio in Patagonia, stanotte ha nevicato e le montagne sopra la cittadina sono tutte imbiancate. Partiamo per la prima tappa del trekking da Puerto Williams saliamo al mirador Cerro Banderas e poi in discesa fino alla laguna Del Salto. Accampiamo sulla riva, in una serata magnifica, ma durante la notte il rumore e la forza del vento ci tengono svegli.
La seconda tappa sale ripidamente tra fango e boschi di Lenga al passo Australia poi prosegue fino al Passo de Los Dientes e in discesa fino alla sua bellissima laguna. Arriviamo nel pomeriggio alla laguna Escondida, dove montiamo la tenda su una piccola penisola con una vista meravigliosa sulle montagne che ci circondano. Dopo cena ci infiliamo nei sacchi indossando l’intimo in lana merinos che Elbec ci ha gentilmente fornito assieme ad altri accessori di abbigliamento per il nostro viaggio in Patagonia.
Cerchiamo di recuperare il sonno della notte precedente, ma la Patagonia non si smentisce mai e verso la mezzanotte il vento comincia ad alzarsi fino a scatenare una vera tormenta, con raffiche oltre i cento km orari. Cerchiamo di reggere la tenda, ma le raffiche sono davvero troppo forti e al mattino i pali sono completamente piegati. Riusciamo però una volta smontata a raddrizzarli e a poter continuare la nostra avventura.
Attraversiamo passi montani e costeggiamo lagune dal colore del cielo, aggiriamo le guglie del Cerro Perruma, Cerro Appàrnix e Cerro Lakutaia. In lontananza, verso sud all’orizzonte, appare Capo Horn, famoso e leggendario crocevia di naviganti. Proseguiamo sotto i monti Lindenmayer e Cerro Clem, che prendono il nome dall’alpinista e scrittore australiano Clem Lindenmayer, che alla fine degli anni ’90 ideò questo trekking. Morì poi sulle montagne della Cina e le sue ceneri riposano ora su queste montagne.
Dopo quattro notti, cinque giorni tra montagne, lagune, boschi di lenga e sentieri fangosi, affrontiamo la lunga salita che ci porta al Passo Virginia, in basso vediamo sotto di noi la Laguna Los Guanacos e, in lontananza, il Canale di Beagle. È il punto finale del nostro viaggio. La fatica si mescola all’emozione: abbiamo attraversato una delle ultime terre selvagge del mondo, un’esperienza che rimarrà impressa per sempre nei nostri cuori.
Ringraziamo Elbec che ci ha fornito, calze trekking, berretti leggeri e intimo in lana merinos. Abbigliamento di fondamentale importanza in Patagonia, di grande qualità e molto confortevole, tutte caratteristiche indispensabili per questo genere di trekking in autonomia in Patagonia.
Lungo il percorso, i trekker possono osservare una fauna unica, inclusi uccelli marini, pinguini e altre specie caratteristiche della regione sub-antartica. La variabilità del tempo (frequenti piogge, vento forte) è una caratteristica della zona, quindi il trekking richiede attrezzature adeguate. Il sentiero si snoda lungo il versante meridionale dell'isola, passando attraverso paesaggi incontaminati e permettendo una vera immersione nella natura selvaggia della Patagonia.
Da Santiago del Cile verso Punta Arenas (Patagonia cilena); Traversata dello stretto di Magellano e delle isole del sud del Cile fino a Puerto Williams, sull’isola di Navarino a bordo di un piccolo traghetto Puerto Williams è raggiungibile solo via aereo da Punta Arenas (Cile), o via nave. La città è piccola ma accogliente e offre alcune strutture per i trekker che si preparano a partire per il circuito.
Essendo una zona remota e selvaggia, è sempre consigliabile percorrere questo trekking con guide esperte locali a meno di non avere una comprovata esperienza. L'attrezzatura per il trekking deve essere adatta a condizioni estreme, in particolare per quanto riguarda le scarpe da trekking, giacche antipioggia e zaini adeguati. Inutile menzionare l'importanza delle calze, dei berretti e dei guanti! Questo trekking è una vera esperienza per chi vuole esplorare una delle regioni più lontane e meno toccate dalla civiltà, un'opportunità unica di entrare in contatto con la natura più incontaminata del pianeta!
A conclusione di questo magnifico trekking Maurizio Papucci fornisce per chi volesse percorrere questo trekking molto impegnativo nel Sud del Mondo la traccia gpx dell'itinerario completo. Questo si veramente un bel regalo!
Scarica la traccia del Circuito Dientes de Navarino il Trekking estremo in Patagonia
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