È sempre stato uno dei miei sogni ripetere questa via che per me rappresenta la definizione stessa dell'arrampicata: una linea pura che segue le asperità naturali sui 45m, un muro vuoto di ogni artificio e la necessità di mettere tutte le protezioni, più o meno solide. Il tutto su una roccia di qualità eccezionale con movimenti incredibili. Solo note superlative per un “sasso” ma è stata una grande emozione riuscire a scalare "Le Voyage", il viaggio.
Era da tanto che avevo sentivo parlare di questa via, prima come progetto estremo in un luogo cupo, una tale descrizione non invogliava a percorrerla e faceva sottovalutare completamente lo splendore di questa linea. Nel 2017, il maestro del grit, James Pearson dà inizio a questo progetto e ha finito per realizzare quello che chiamerà "Le Voyage" che non è altro che il percorso di arrampicata tradizionale più duro della Francia. Dopo la sua ascesa, la via rimane abbastanza sconosciuta e viene ripetuta pochissimo.
n.d.r. James Pearson è nato in Inghilterra nel 1985 ed è un alpinista britannico trad, nato e cresciuto nel Peak District. All'età di 19 anni è stato uno dei brillanti talenti dell'arrampicata britannica e da allora la sua affinità con la roccia e l'amore per i viaggi lo ha portato in tutto il mondo, stabilendo e ripetendo alcune delle vie trad più difficili. Nel 2017 libera "Le Voyage" con tutta probalità il più difficlie tiro di trad francese.
Personalmente ho aspettato un po' per provare questa via, sicuramente per paura della difficoltà ma anche dell'ingaggio, una gradazione E10 corrisponde ad un grande impegno spesso su cattive protezioni. A fine inverno di qust’anno mi sentivo abbastanza in forma e pronto ad afforntare il mito … ma prima a moulinette. Dopo quattro tentativi sono riuscito a chiudere la via con la corda dall’alto di quello che sembra essere un 8b+ molto tecnico con un tratto duro molto esigente, soprattutto sulla posa del piede su microsporgenze leggermente scivolose.
Mi ci è voluto molto tempo per affilare i miei metodi durante queste salite con voli incessanti ma dopo queste ripetute sono diventato abbastanza fiducioso, ho individuato i diversi punti per mettere le protezioni usando sia la mano destra che la sinistra. Insomma riesco a mettere in piedi una mia strategia … Un tratto della salita mi ha particolarmente colpito, a metà altezza, dove la via attraversa tra due crepe su una fila di piccoli monodito, questo tratto è eccezionale anche perché l’unica protezione è un Ball Nut molto psyco!
Mi sento pronto per tornare a provare!
Un mese dopo mi sento particolarmente in forma, ho ripetuto vie di 8c e mi sento fiducioso. Il primo tentativo mettendo le protezioni mi fa smontare rapidamente:
la tensione è palpabile ad ogni movimento, ho chiaramente paura.
Non necessariamente di cadere, ma quella sensazione così particolare sulle vie di trad, alziamo la testa e non c’è niente, niente spit, nessun appiglio, solo una fessura svasata e qualche buchetto ... ci si sente soli.
Non riesco ad arrampicare e volo tre volte nel pezzo centrale, quello duro.
L’ho rifatta in moulinette e a questo punto l’ho trovata abbastanza facile e non facevo tanta fatica. Ho capito rapidamente che il vero concatenamento andava ben oltre il classico 8b+, gestire la posa delle protezioni oltre al riposo e al ritmo rapido da avere nelle sezioni dure, ci voleva un bel margine !
Alla fine decido di collocare un friend aggiungendo una difficoltà non trascurabile ma per me indispensabile per approcciare serenamente gli ultimi movimenti duri.
Senza questa protezione, ci sono 15m di volo su un mini dado! Sento che la posa di questo protezione mi da un bello slancio. Lunedì scorso ero esaurito, mi sentivo mentalmente debole, pensavo di poter fare 3/4 tentativi al giorno e invece ne ho fatti solo 3 in 2 giorni ed ero esausto, non fisicamente ma mentalmente, sentivo che ogni salita mi stava costando molto come nessun’altr mai. Ho cercato di mantenere alto il morale dicendomi che "alle brutte torno il prossimo fine settimana", però il tempo previsto è disastroso, e quindi o ci riesco adesso oppure dovrò aspettare un bel po’ prima di poter tornare.
Come se non mi stressassi già abbastanza!
Parto con il mio tentativo, nella prima lunghezza in 7a, ho sensazioni orribili, rischio di volare più volte. E stranamente, più mi arrampico, più mi libero delle protezioni e dei rinvii dall’imbrago , più mi sento bene, più mi sento libero. Nella sezione tosta, tutto procede come previsto, deciso e preciso, arrivo alla conca un grido vittorioso. Ma la via non è finita, mancano ancora 10 metri di salita su scagliette instabili dove è sconsigliabile mettere delle protezioni a meno di non voler far partire un blocco di roccia grosso come un frigo!
Metto ancora uno psyco friend , la mia ultima protezione solida è 15 metri più sotto, i movimenti non sono più estremi ma devo rimanere concentrato.
Per finire una fessura da affrontare con dita e mani ad incastro, metto tutta la mia energia in ogni movimento di blocco, niente guanti, sono pelle insanguinata ma spingo ancora di più.
E niente, è andata! allunga le braccia e arrivo alla sosta, una gioia immensa mi invade, lascio andare lo stress, la mia paura. Sono felice. Eccomi in cima alla via trad più dura di Francia con la prima ripetizione francese!!! Non è la più difficile, ma sicuramente la più bella via che ho avuto l'opportunità di ripetere! Grazie Doudou Manon perché assicurare su queste vie è stressante quasi quanto scalarle! E complimenti a James Pearson per aver aperto una delle più belle vie di arrampicata che io conosca!
Grazie per le info e l'ispirazione Benjamin Guigonnet e grazie a tutti voi!
Grazie a Marc Daviet per aver immortalato questi momenti magici.
n.d.r. Symon Welfringer è un alpinista francese nato nel 1993 che vanta a suo attivo moltissime prime ascensioni e spedizioni nelle Alpi, in Kazakistan, In America Latina, Groenlandia, Nepal e Pakistan. Testimonial dei prodotti ELBEC dal 2016 che ha potuto testare negli ambienti più disparati. Si è aggiudicato il prestigioso premio Piolet D'or nel 2021 assieme al compagno Pierrick Fine per l'ascensione di "Revers Gagnant" (circa 2.500 m, M4 + WI4 + 90°) nel Karakorum
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