Il tepore del giorno che lascia spazio alle brezze della sera. Un sacco a pelo steso dentro la tenda, pronto ad accoglierci per la notte, i cui suoni già iniziano a propagarsi tutt’intorno. Luna e stelle che brillano nel modo più splendente mai visto, lontane dalle luci della città, e che magari si specchiano anche in un piccolo ed accogliente laghetto di montagna.
Dormire all’addiaccio, en plein air, o in qualunque altro modo si possa definire il trekking in autonomia con pernotto in tenda, è un’esperienza da fare, almeno una volta nella vita.
Ne è convinta Susanna Perletti, Accompagnatrice di Media Montagna che proprio in questo genere di avventure si è nel tempo specializzata.
«Ho fatto il corso per diventare AMM nel 2021, – si racconta Susanna – ma in realtà era un sogno che cullavo da tempo. Avevo già provato a fare l’esame nel 2009, con scarsi risultati: all’epoca avevo comunque due bambini ancora piccolissimi e gestire l’intero percorso di formazione sarebbe stato per me estremamente difficile». Già, perché prima di diventare accompagnatrice Susanna era – ed è tuttora – una mamma, che all’epoca gestiva anche, insieme al marito, un negozio di articoli sportivi.
«La mia nuova professione è proprio nata, in questo senso, da un cambiamento lavorativo importante. – spiega Susanna – Proprio nel 2020 abbiamo dovuto lasciare il negozio e successivamente ho fatto l’esame di ammissione al corso, stavolta passandolo, e sono diventata AMM, iscrivendomi ufficialmente al Collegio delle Guide Alpine lombarde».
Il coronamento di un progetto che inconsciamente portava avanti fin da bambina, quando già l’escursionismo si era rivelata la passione più totalizzante di tutte. «Da adolescente mi sono poi iscritta alla sezione CAI di Milano, – prosegue – frequentando corsi di scialpinismo e di arrampicata, formando insomma me stessa alla montagna, trasversalmente intesa».
Una montagna che Susanna vive ancora guardandola dalla città, la Milano in cui abita. «Per questa ragione, – continua – il 95% della mia clientela è milanese. Qui mi sono resa conto che pochissime persone, anche fra chi frequenta saltuariamente la montagna, hanno mai provato nelle loro esperienze l’ebrezza di dormire in tenda, che personalmente trovo il non plus ultra dell’escursionismo. Si tratta di qualcosa che auguro a tutti di provare, con o senza guida, ma per la quale è comunque fondamentale prepararsi al meglio».
L’offerta di Susanna s’inserisce dunque in quest’ottica di preparazione, non tanto per fidelizzare il cliente a tornare a rivolgersi a lei quanto per educarlo a frequentare la montagna e i suoi bivacchi nel migliore dei modi. E a farlo, perché no, anche da solo.
«Si ritorna bambini – racconta Susanna – e la montagna torna ad essere il luogo di scoperte sensazionali che crescendo non siamo più abituati a cercare e vedere. Allo stesso modo, l’eventuale scomodità passa davvero in secondo piano rispetto alla bellezza dell’intera esperienza. Vivere la montagna in autonomia, dovendo scegliere il cibo e l’equipaggiamento, è qualcosa di totalizzante e remunerativo: foraggia il nostro spirito di adattamento e ci educa alla meraviglia».
«Prima di tutto occorre pianificare molto bene la gita, a tavolino. – suggerisce Susanna – Si devono studiare itinerari e sentieri, se possibile fare un sopralluogo e ovviamente chiedere consigli a chi in questi posti già ci è stato. Il tutto nell’ottica di mitigare i rischi e ridurre i pericoli: individuare, valutare e proteggere sono le tre parole chiave della programmazione».
Questo è pertanto un primo tassello fondamentale, per avere un’idea complessiva ma quanto più precisa possibile di ciò che andremo a fare, dove e come.
«Il secondo punto cruciale – prosegue Susanna – riguarda la scelta dei materiali, in primis il sacco a pelo in cui trascorreremo la notte, tenendo presente come le temperature possano variare spesso e in maniera repentina. Oltre all’attrezzatura per la notte vera e propria sono molto importante vestirsi a strati e coprire le estremità con guanti, calze e berretti. Io grazie anche alla mia esperienza in materia di articoli sportivi ho deciso di scegliere sempre il meglio e per quanto riguarda calze e berretti in lana merinos ho iniziato da tempo una collaborazione con ELBEC per cui sono diventata Testimonial. Durante i trekking in tenda, dove il freddo e l'umidità possono essere una sfida, è fondamentale avere materiali affidabili, caldi ma che si asciughino anche velocemente.
Per quanto riguarda temperature e meteo è sicuramente importante essere protetti ma è ancora più importante valutare bene le vie di fuga presenti sul percorso, in caso di maltempo, e gli spot con copertura telefonica: si tratta sostanzialmente di sapere dove il telefono prende e dove no lungo il percorso e avere sempre un piano nel caso succeda qualcosa lungo il percorso».
«Se devo indicare i miei posti preferiti – continua Susanna – sicuramente consiglierei tutti quei luoghi vicino ai laghi, in grado di dare un tocco magico all’intera esperienza, arricchendola di una dose di fascino e romanticismo davvero preziosa. Chiaramente non metteremo la tenda in riva al lago, per ovvie questioni di sicurezza e di igiene, ma sistemarsi nei pressi di uno specchio d’acqua è il mio consiglio di base».
Per quanto riguarda invece le geografie preferite di Susanna, nelle Alpi lombarde, al vertice della sua personale classifica abbiamo la Val Bognanco, piccola valle laterale della Val d’Ossola. «Ma amo anche molto la Val Formazza, la Valtellina, la Valmalenco, oltre che le valli di Mello e Masino».
«Il fascino di un bivacco è sicuramente insito nel suo essere qualcosa di selvaggio e poco prevedibile. – riflette infine Susanna – Per questo motivo penso che parlare di sicurezza sia fuorviante.
In montagna la sicurezza non esiste: si può, come detto prima, minimizzare ogni rischio. E farlo grazie ad un altro concetto, spesso posto in secondo piano, ma a mio avviso rilevantissimo: si tratta della prudenza, un termine che responsabilizza chi frequenta la montagna perché dipende dalle azioni che ogni individuo o gruppo di individui mette in campo durante la gita o l’escursione.
Certo, l’escursionismo è più facile da essere preso sotto gamba, perché si tratta pur sempre di un’attività che, a differenza di arrampicata ed alpinismo, sembra essere più appannaggio di tutti. Conoscenza del territorio e pianificazione sono comunque fondamentali, anche se per camminare non è necessaria un’abilità stratosferica. E occorre a tal proposito ricordare come la maggior parte degli interventi di soccorso alpino avvengano in favore degli escursionisti, se non per gravità quantomeno per quantità di interventi complessivi: questo anche perché la platea è maggiore, ed è aumentata ancora di più dopo lo stop del Covid, probabilmente a causa di una rinnovata voglia di evadere».
Un altro lavoro importante che Susanna mette in campo riguarda la sensibilizzazione delle nuove generazioni. «Lavoro molto con le scuole – spiega – per insegnare ai bambini e ai ragazzi come comportarsi in caso di emergenza, qualora proprio l’adulto che li accompagna si trovasse in difficoltà. È poi estremamente importante saper leggere le cartine, le mappe. Troppo spesso ci affidiamo ai dispositivi tecnologici, che aiutano molto ma che non si sostituiscono alla nostra capacità di orientarci anche in modo analogico».
«Il mio obiettivo – conclude – non è tanto quello di raccogliere il maggior numero possibile di clienti ma di renderli autonomi, indipendenti e soddisfatti di sé e delle proprie abilità escursionistiche».
ndr.
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Se invece vuoi contattare Susanna Perletti per iniziare questo percorso formativo di avvicinamento alla montagna ... ecco dove puoi contattarla:
altitudinitrekking@gmail.com oppure su profilo IG altitudinitrekking
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